[LIC] Il gobbo 1


revisioni

1890-1900

elasticità della vita

darwinismo sociale, se non riesci ad adattarti è giusto che vengano fatti fuori dalla lotta per la vita. Ma la vita ha sempre cercato di ripianare le inguistizie della natura (carità, compassione, etc.).

Come se Bergson vedesse nel massimo della civiltà qualcosa di brutale, come se la legge naturale, spietata, si fosse applicata anche alle società.

non basta

Non basta che si presti attenzione a qualche cosa, bisogna invece che siamo sempre accenti, sotto continue prestazioni anche di tenore elevato. Questo provoca ai giorni nostri si vede molto (la fatica di essere se stessi) che porta a depressione.

Il riso è la risposta sociale all’impossibilità di star dietro a queste richieste della società.

La società ci chiede sempre di essere produttivi, se non lo si è si diventa eccentrici (fuori dal centro), e se lo si è si diventa oggetto di riso perché il riso ridicolizza e punisce il diverso volendo una omologazione.

palazzeschi

futurista

buffo

(slide) Il comico è ridere di qualcuno per punirlo e va punito perché inadatto alla vita sociale, come dice Bergson. Come nell’umorismo di Pirandello è sia tragico che comico.

riso che cancella

In Pirandello si ride prima e poi si rimane spiazzati, serve a far riflettere. In Palazzeschi si arriva a ridere alla fine, per cancellare.

Pirandello cerca sempre di fare un passo indietro prima del nichilismo e rimanere attaccato alla vita, Palazzeschi arriva al cinismo.

il controdolore

29 dicembre 1913 indice titanico e ciclopico (vedi Michelangelo) che crea luce e tenebre (creazione, cappella sistina).

Capovolgimento delle idee ricevute: crearci un’idea seria e grande è molto più facile che crearsene una piccola e allegra. Per capire come sta la realtà. Dio è un ometto come tutti che guardando me ride. Sostituisce la figura di Dio in qualcosa di comico, perché Dio dovrebbe essere serio? Non ha creato il mondo per un tragico fine, l’ha creato perché lo divertiva e per far ridere le creature degne (solo poche lo sono). Se veramente volete capire il mondo dovete capire che il mondo non è una cosa seria, è ridicolo.

peplo: abito solenne antico rappresentato addosso al Padre Eterno da Michelangelo

Capovolgimento della serietà Michelangelo ma anche sui valori della vita. Perché la vita non è tragica né una cosa seria, quindi non ci resta che essere nichilisti (riprende da Nietzsche, immagina di Zarathustra che balla sulle rovine del mondo, come il vero saggio dovrebbe fare secondo egli). Il gioco di Dio sono il sole e la luna ad esempio, non queste cose immaginifiche e emblematiche come vogliamo pensare noi, sono delle palloni bitorzoluti, la Terra non ha posizioni privilegiate così come gli uomini. L’ha creata e ricoperta di rovi pungenti e ha detto all’uomo di attraversare il ginepraio, se non riuscirai non sarai degno. Che vuol significare che il dolore esiste (rovi) e deve superarla per ridere, delle difficoltà stessa e degli altri che o non hanno il coraggio di attraversare il ginepraio o che non sono riuscite a farcela. A lui non gliene frega niente che qualcuo cada: Bergson si limita ad osservare che si ride degli sconfitti ma dice che è giusto farlo con un atteggiamento superomistico. I vili e poveri e compassionevoli meritano d’essere derisi. Nietzsche non seguire la morale dei servi, ma morale dei padroni. Palazzeschi usa le idee niciane ma a modo suo, infatti non sono figure eroice di superuomo ma ridicole.

I deboli non sono oggetti di investimento e invece l’elite che ce la fa deve ridere dei deboli, più sono disperati più se ne deve ridere.

Se Dio è morto chi è dio? Siamo noi stessi, idea niciana e satanica è l’unica possibilità che ci rimane.

Nietzsche: transvalutazione di tutti i valori i valori di umiltà, insicurezza, pianto con altri valori di orgoglio forza riso etc. Palazzeschi: nulla fu fatto per soffrire, siamo nati per spassarcela, il dolore è transitorio, la gioia è eterna. Il peccato originale non è voler essere dio ma non avere coraggio e vedere solo alcune possiiblità e lasciare perdere.

Se credete che le cose profonde siano serie, siete superficiali.

L’uomo ridendo si mette al posto di Dio. Il pianto è \na cosa animale (che noi invece crediamo ci distingua), solo gli uomini ridono. Il bambino riesce a piangere da subito, invece per ridere bisogna imparare dopo. Dovremmo quindi rovesciare i valori e iniziare a ridere di tutto. Quello che crediamo profondo invece va invertito, chi ride di tutto non è superficiale ma anzi, l’uomo è davvero se stesso quando ride. La serietà viene dalla ammirazione, invidia, vanità. Togliamo le cose che ci fanno piangere persino nel dolore troveremo qualcosa che ci fa ridere.

Pirandello: ridicolo -> drammatico (compresenza) Palazzeschi: drammatico -> ridicolo (superamento)

Se veramente fossimo profondi e non superficiali scopriremmo che: cataclismi, carestien, miseria, vecchiaia etc se le approfondissimo troveremmo qualcosa di ridicolo.

Umorismo nero (André Breton, surrealista)

L’avanguardia vuole far piazza pulita di alcuni valori ricevuti, sia Breton che Palazzeschi a modo loro usano l’humor nero per questo. Ridendo delle cose più dolorose come il cieco che ha davanti le fattezze della natura, andrebbe invece invidiato perché le sue capacità negate in realtà non ha senso compatirle perché in realtà egli ha il dono di vedere tutto il resto, loro sono stati scelti dalla natura per farvi beffe della nostra normalità e incapacità di vedere, provocatoriamente. Istigandoci a ridere di qualcosa che non dovrebbe suscitarci risa. Un gobbo ci viene indicato dalla natura, se passa il tempo a scrivere poesie e lamentarsi della sua vita non è altro che profondo, è superficiale perché non si è reso conto di avere un gran tesoro (la gobba) che gli permetterebbe di ridere di tutto. Uccidiamo il chiaro di luna Marinetti, se la prende con Leopardi perché rappresenta la poesia lirica e profonda, poeta filosofo, elementi contro cui egli, da futurista, mostra la sua natura anti-romantica.

non puro capovolgimento

Palazzeschi non compie un capovolgimento meccanico, di cambio di sistema di riferimento. Va visto il dolore, scavato e alla fine rendersi conto che non è nulla di serio, scoprendone l’essenza così da poterne ridere.

Il riso di cui parla non è il riso comune (ma anticonformista e provocatorio), accontentarsi del riso così com’è vuol dire di essere pigri, come sperare di saziarsi guardando altri che mangiano. Finora l’arte si è accontentata di affermare il pensiero comune, dove il riso sta già dove tutti sanno che stia, ma dove nessuno se l’aspetta.

Oreste, eschilo e altri esempi, se vede queste tragedie dovrebbe sganasciarsi dalle risate.

Fissate bene in viso la morte, ed essa vi fornirà tanto da ridere per tutta la vita. Io affermo essere nell'uomo che piange, nell'uomo che muore, le massime sorgenti della gioia umana. Bisogna educare al riso i nostri figli, al riso più smodato, più insolente, al coraggio di ridere rumorosamente non appena ne sentano la necessità, all'abitudine di apporofondire tutti i fantasmi, tutte le apparenze funebri e dolorose della loro infanzia alla capacità di servirsene per la loro gioia. Per esercitare lo spirito di esplorazione nel dolore umano, fino dai primi anni li sottoporremo a prove facili

Non bisogna imparare le regole ma ridere di queste.

I giocattoli sono malformati, fantocci, gobbi, cieci, etici (tisi (o etisia)), scolo (effetti di malattie veneree, gonorrea), sifilide (danni permanenti al sistema nervoso centrale, ne morì Nietzsche).

Il rovesciamento dei valori è un attraversamento del dolore, non lo affronta direttamente perché è il suo nemico, quindi si ride di sé solo dopo aver scavato il dolore, quindi è una sorta di autoironia.

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